Secondo il mito, Narciso era un giovane di rara bellezza molto amato dalle ninfe, da lui ricambiate con null’altro che cinica indifferenza. Per questa sua insensibilità e durezza d’animo, la dea Nemesi punì Narciso, facendolo innamorare della sua immagine riflessa in un lago. Per abbracciarla, Narciso si tuffò e annegò, e da allora, sul lago crebbe un fiore col capo chino, che prese il nome di Narciso.

Il narcisismo patologico è un disturbo della personalità caratterizzato dall’amore esclusivo verso sé stessi, la difficoltà di coinvolgimento affettivo, l’incapacità di provare empatia verso gli altri. Il narciso si compiace di sé stesso, è convinto di avere doti superiori alla norma, le esibisce esponendosi all’ammirazione altrui. Ha bisogno dell’approvazione e dei riconoscimenti degli altri per stare bene con sé stesso. Ostenta vanità e sicurezza, ma intimamente teme un giudizio negativo, che lo farebbe soffrire. Manca di autonomia e il suo Sé non è solido e strutturato, ma fragile e insicuro.

Nella letteratura psicoanalitica sono comparse molte teorie sul narcisismo patologico, a partire da Freud: con Narcisismo primario egli intendeva quello stato precoce in cui il bambino investe tutta la sua libido in sé stesso prima di scegliere degli oggetti esterni, con narcisismo secondario (patologico) indicava un ripiegamento, in età adulta, sull’Io della libido, che è così sottratta ai suoi investimenti oggettuali.

Negli ultimi quarant’anni, è emerso il modello dello psicoanalista austriaco Heinz Kohut, che considera il narcisismo patologico come il risultato di un arresto evolutivo, quando a causa di fallimenti empatici dei genitori, si verifica la fissazione ad un Sé grandioso arcaico, ovvero una configurazione del Sé primitiva, non strutturata, immatura. Nei primi anni di vita il bambino ha infatti bisogno di attivare due tipi di transfert nei confronti delle figure parentali: “speculare” e “idealizzante”, che rispondono rispettivamente al bisogno di essere ammirato e quello di ammirare. Un atteggiamento poco empatico da parte dei genitori, che non dà risposte adeguate a queste necessità, provoca l’arresto evolutivo che porta al narcisismo patologico.

La teoria di Kohut sul narcisismo patologico ha contribuito in modo decisivo a stimolare l’interesse attorno a questo tipo di disturbo della personalità, e a collocarlo all’interno dei più ampi studi della psicodinamica. Solo con l’aiuto di uno psicoterapeuta, che è in grado di riattivare i transfert speculare e idealizzante, il paziente che presenta tale disturbo troverà finalmente una risposta empatica gratificante, e giungerà alla maturazione di un Sé coeso ed equilibrato.

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