La carenza di accudimento e il disorientamento che ne deriva sono problematiche psicologiche emerse nell’ambito degli studi sulla teoria dell’attaccamento, ovvero quel bisogno innato di cure e attenzioni che il bambino ricerca nei primi anni di vita, e che in qualche modo perdura nel tempo andando a definire le relazioni interpersonali del soggetto in età adulta.

John Bowlby sostiene che l’attaccamento del bambino può essere di due tipi: sicuro, se riceve dalla figura di riferimento il giusto conforto e protezione, o insicuro, nel caso di carenza di accudimento accompagnata da comportamenti inappropriati e trascuranti da parte dei genitori.

Secondo lo psicoanalista britannico l’aver sperimentato figure di accudimento sensibili e disponibili da nei primi anni di vita favorisce la maturazione di un atteggiamento complessivamente fiducioso nei riguardi delle relazioni umane, e di un sentimento di sé positivo; al contrario, aver sofferto di carenza di accudimento genera disorientamento e scarsa fiducia in sé e negli altri, e aspettative negative riguardo alle relazioni e alla vita sociale in genere.

Stati di angoscia e depressione in cui un soggetto può imbattersi in età adulta, possono essere ricondotti a periodi in cui la persona ha fatto esperienza di disperazione, angoscia e distacco durante un’infanzia segnata da carenza di accudimento e situazioni familiari negative.

Pertanto, in sede di analisi terapeutica, è fondamentale ripercorrere la storia del paziente, ed in particolare la sua infanzia, in modo da stabilire con precisione quali siano state le carenze di accudimento, superare i traumi che ne sono conseguiti, e permettere al paziente di sviluppare una nuova fiducia, positività e ottimismo nei confronti della vita.

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