La bulimia è uno dei maggiori disturbi del comportamento alimentare, caratterizzato un irrefrenabile desiderio di mangiare oltre misura. Può avere motivazioni di tipo organico o psicologico. Nel primo caso non è altro che uno dei sintomi di altre patologie, che includono l’ulcera duodenale, l’ulcera gastrica, il diabete mellito, la gotta, l’ipertiroidismo, l’acromegalia, la sindrome ipoglicemica, la tenia. Nel secondo caso si parla invece di bulimia nervosa.

Descritta per la prima volta nel 1979 dallo psichiatra scozzese Gerald Russell, la bulimia nervosa si manifesta spesso nei soggetti in associazione con l’anoressia nervosa, ma si distingue da questa come una patologia autonoma che richiede un trattamento e un approccio terapeutico specifici.

Nel caso della bulimia nervosa, il soggetto manifesta il bisogno compulsivo di ingerire una spropositata quantità di cibo, spesso frettolosamente e in segreto, accompagnato da una generale sensazione di perdita del controllo. L’abbuffata è poi seguita da sensi di colpa, frustrazione e agitazione, quando si realizza di avere tenuto un comportamento alimentare fuori dalla norma. In base ai comportamenti compensatori che seguono l’abbuffata, è inoltre possibile fare una distinzione tra bulimia nervosa con condotte di eliminazione e bulimia nervosa senza condotte di eliminazione. Nel primo caso le persone che soffrono di questo disturbo ricorrono regolarmente a vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici ed enteroclismi, nel secondo caso i comportamenti compensatori includono invece il digiuno e l’eccessiva attività fisica.

Tratti comuni alle persone che soffrono di bulimia nervosa, fra cui è possibile individuare delle cause scatenanti il disturbo, sono la smodata preoccupazione per il proprio peso, la continua ricerca di approvazione per il proprio comportamento e aspetto fisico, la scarsa capacità di gestire le emozioni sgradevoli e la tendenza alla depressione. Fra le conseguenze sulla salute, a volte anche gravi, compaiono invece: traumi all’apparato gastroenterico, squilibri ormonali e amenorrea, squilibrio elettrolitico, carenza di potassio e sodio, e persino aritmie cardiache e morte.

In Italia la bulimia nervosa colpisce circa l’1% delle giovani donne, l’età d’esordio è indicativamente compresa fra i 12 e i 25 anni, e il picco di maggior frequenza si verifica verso i 17-18 anni. Per risolvere il disturbo, l’approccio terapeutico può essere sia di tipo psicologico sia di tipo farmacologico, con sedute di psicoterapia individuali, familiari o di gruppo, che risultano generalmente le più efficaci, e cure farmacologiche a base di farmaci antidepressivi o riduttori dell’appetito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

cancella il moduloPost comment