Per il prof. Masci,
sono un’avvocatessa di 36 anni, sono sposata da circa 7 anni e ho un figlio di 3 anni e mezzo e vivo nella casa di proprietà a Roma. Dovrebbe andare tutto bene ma non sono come prima.
Mio marito è presente e fa molto per me, ma non capisco più quanto tengo a lui, anche il bambino è importante ma, a volte, non vedo l’ora che vada a dormire.

Sono da 12 anni in un grande studio legale e mi sto accorgendo che non so se mi sento veramente nel mio studio. A volte mi guardo allo specchio e cerco di capire cosa non va.

La mattina presto, nel silenzio, mi prendono delle crisi di ansia e temo che possano diventare attacchi di panico. Una amica, a cui ho accennato qualcosa, mi ha detto: “vai in analisi”.
Io non ci avevo mai pensato prima, non so bene che fare!

Gentilissima Dottoressa,

quello che mi racconta mi colpisce molto. Lei ha costruito tanto e potrebbe, a buon diritto, godere e usufruire gioiosamente delle sue cose.

Forse il sentimento di estraneità e distanza, che la limita nei suoi affetti, è dovuto al riaffiorare di vecchie ferite che la tengono sul filo dell’indifferenza e svuotano di senso le sue relazioni.

Potrebbe avere la preoccupazione di essere nuovamente delusa? Di perdere il suo valore? Rispetto all’analisi credo sia già importante che si interroghi sinceramente sul da farsi.
E comunque la psicoterapia è un’opportunità importante, forse l’unica, ma non è mai facile decidere, prenda il suo tempo (non troppo) e non sia severa con se stessa.

Un attacco di panico è un’intensa manifestazione di ansia e paura, improvvisa e debilitante, dalla durata di circa 15-30 minuti. I sintomi degli attacchi di panico includono: tremore, tachicardia, senso di soffocamento e di costrizione al petto, sudorazione, sensazione di formicolio, vertigini, paura di morire o di impazzire. In un episodio di attacco di panico i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici e viceversa, creando un circolo vizioso. Dopo la prima manifestazione, può generarsi nella persona l’ansia e la paura di un altro attacco, si parla in questo caso di disturbo da attacchi di panico (DAP).

Gli attacchi di panico sono il segnale che qualcosa non va nella vita della persona, nel suo modo di essere, nel suo stile di vita. E’ stato riscontrato che a volte le persone che soffrono di questo disturbo inibiscono e reprimono regolarmente la propria natura, creatività, fantasia, talento, solo per compiacere gli altri. Altre volte le cause degli attacchi di panico sono associate a particolari fobie come ipocondria, claustrofobia, agorafobia. Infine, un periodo di forte stress legato a un lutto, un incidente o un cambiamento significativo nella sfera emotivo/affettiva, può essere alla base di un attacco di panico.

Ogni attacco di panico è insieme un momento di grande vulnerabilità, che crea spavento e malessere, e un’esplosione di energia, intrappolata nella persona, che tenta di uscire e liberarsi. La frequenza e la gravità degli attacchi di panico varia ampiamente. Alcune persone sperimentano attacchi frequenti, come tutti i giorni per una settimana, altri riferiscono di un attacco una volta a settimana per mesi, ma possono anche trascorrere dei mesi senza attacchi e poi ripresentarsi all’improvviso.

Tra le conseguenze degli attacchi di panico vi è l’ansia scatenata dall’impossibilità di trovare immediatamente delle soluzioni, e questo fa sì che la persona dia inizio ad una strategia difensiva: l’evitamento. Si sfuggono le situazioni in cui gli attacchi di panico sono avvenuti, ogni luogo in cui ci si sente costretti, si esce di casa il meno possibile limitando le proprie attività e relazioni. Solo quando ci si accorge che la restrizione della libertà non aiuta a star meglio, anzi predispone alla depressione e alla frustrazione, si giunge alla logica conclusione che l’unico modo di uscirne è la comprensione e la cura del sintomo attraverso un adeguato trattamento psicoterapeutico.

Ad una prima fase di disorientamento e smarrimento, deve quindi seguire una più attiva volontà di risolvere il problema e di curare gli attacchi di panico. Generalmente i pazienti riconoscono la natura psicologica del disturbo e sono in grado di descrivere in modo chiaro e preciso i propri sintomi. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta possono tranquillamente intraprendere un percorso che porterà a superare gli attacchi di panico.

La comparsa dei disturbi di attacchi di panico (DAP) è in fortissimo aumento in tutte le società ad alto sviluppo tecnologico mentre è quasi assente in altre culture. Secondo diverse indagini statistiche, sono oltre 2 milioni gli italiani che soffrono di disturbi di attacchi di panico, mentre negli Stati Uniti è l’1,6% della popolazione. Colpisce di solito nella prima età adulta, e le donne in misura maggiore rispetto agli uomini.

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